Mi sveglio di soprassalto, guardo l’orologio… perché la sveglia non ha suonato? Ma ieri sera l’avrò caricata? Boh, non mi ricordo…
Apro l’armadio, prendo un paio di pantaloni e un maglione a caso. Staranno bene insieme i colori? Ma sì dai, mica incontrerò proprio oggi l’uomo della mia vita!?!
Corro in bagno, va beh, oggi niente trucco, tanto all’ora di pranzo ripasso per casa prima di uscire di nuovo fino a sera.
Metto su il caffè, una pettinata al volo… ma la borsa sarà pronta? Che devo portarmi stamattina? Ma che ne so… stasera vado a letto alle 21, promesso! E carico la sveglia… e preparo la borsa!
Ora però devo sbrigarmi, mamma mia quant’è tardi!
Poi, mentre corro da una stanza all’altra, con la coda dell’occhio mi accorgo del calendario appeso sul muro della cucina…
1 DICEMBRE, DOMENICA… Come domenica?
Mi butto sulla sedia e rimango un po’ lì, senza parole, con la borsa per terra e il caffè che continua a bollire. Mi alzo, spengo il gas, guardo la moka… tutto da rifare.
E, con i pensieri che cominciano a vagare prendendosi tutto lo spazio possibile, penso che forse, questa mattina è un po’ la metafora della nostra vita.
Facciamo tante cose e non ci accorgiamo di niente. Non siamo più liberi. Non sappiamo più “leggere”, osservare, non sappiamo più ascoltare, non capiamo più quello che succede, non sappiamo più “fare i conti” con le macerie che restano. Abbiamo perso il senso dell’attesa, del perdersi e del ritrovarsi. Siamo semplicemente sospesi…
E invece basterebbe respirare, liberare i battiti del cuore, nutrire quell’amore soffocato, affogare nel buio di noi stessi, fermarsi, andare a riprendersi quel desiderio senza il quale siamo solo automi.
1 Dicembre, Domenica… ma siamo proprio sicuri? Lo dice l’orologio, lo dice il calendario… ma io dove sono? Per me oggi che giorno è? Che momento sto vivendo? In che stagione sto? Dov’è finito il mio desiderio? È ancora lo stesso? E io, sono ancora quella che ero? Forse no, forse non è rimasto niente.
Ma ci sono io e allora forse, è davvero un nuovo inizio…
